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Notizia

Jun 18, 2023

Chi ha ucciso l’Università Cattolica? di James F. Keating

Non avete sentito parlare di quel pazzo professore cattolico che accese una lanterna nelle luminose ore del mattino e corse al mercato, gridando: "Cerco l'istruzione superiore cattolica negli Stati Uniti! Cerco ciò che San Giovanni Paolo II ha affermato nell'Ex Corde Ecclesia!" Poiché molti dei presenti non credevano più veramente nell'educazione cattolica, suscitò molte risate. "Perché, si è perso?" disse uno. "Si è smarrito come un bambino in mezzo alla folla?" disse un altro. Oppure si nasconde il documento papale, un tempo ampiamente discusso, sulle università cattoliche? Ha paura di noi? Partito per un viaggio? Emigrato? Così urlavano e ridevano quelli nella pubblica piazza. Il professore pazzo saltò in mezzo a loro e li trafisse con i suoi sguardi. "Dove è finita l'istruzione superiore cattolica?" lui pianse. "Te lo dirò. L'abbiamo ucciso, tu e io. Tutti noi siamo i suoi assassini."

Ma come? Chi ci ha dato la spugna per cancellare un’intera tradizione educativa? Perché non sentiamo il respiro freddo dei nostri programmi vuoti? O le dichiarazioni di intenti che dicono parole significative ma non hanno significato? È vero che non abbiamo mai sentito il rumore delle macchine dei becchini? Che non abbiamo notato puzza di decomposizione?

Più di trent’anni fa Giovanni Paolo II pubblicò Ex Corde Ecclesiae, la sua costituzione apostolica sulle università cattoliche. Sebbene per certi aspetti sia un aggiornamento della Dichiarazione del Vaticano II sull'educazione cristiana, la quasi dimenticata Gravissimum Educationis, il documento di Giovanni Paolo II intendeva ispirare un rinnovamento dell'autentica educazione cattolica in tempi difficili. Adottò quello che il defunto John O'Malley chiamò lo stile "su invito" del Vaticano II. Piuttosto che denunciare gli abusi, il papa ha cercato di invitare, forse invitare nuovamente, professori e amministratori cattolici all’avventura dell’istruzione superiore cattolica.

L'avventura sta nel sostenere una tradizione educativa che unisca aspetti della vita intellettuale comunemente ritenuti antitetici: da un lato, la libera ricerca della verità da parte della ragione; dall'altro, la «certezza della fede di conoscere già la fonte della verità», il Figlio di Dio, il Logos di tutto ciò che esiste. Questa avventura ha anche un aspetto istituzionale. Essa unisce la libertà propria di un istituto di studi superiori al fatto che ogni università degna dell'aggettivo “cattolica” trae la sua vitalità dal “cuore della Chiesa”.

Con questa frase Giovanni Paolo II ci ricorda il fatto storico che il concetto stesso di università è sorto nel Medioevo, dalla convinzione cattolica che fede e ragione vanno insieme. Ancora più importante, ha voluto sottolineare un punto sostanziale: l’istruzione offerta da un’università cattolica è informata da ciò che la Chiesa ha imparato da millenni trascorsi nella contemplazione del Dio di Gesù Cristo. Le università cattoliche sono «chiamate a esplorare con coraggio le ricchezze della Rivelazione e della natura affinché lo sforzo congiunto di intelligenza e fede permetta agli uomini di raggiungere la misura piena della loro umanità, creata a immagine e somiglianza di Dio, rinnovata ancora più meravigliosamente , dopo il peccato, in Cristo, e chiamato a risplendere nella luce dello Spirito». Un'università cattolica consente alla Chiesa locale di perseguire un “dialogo incomparabilmente fertile” con la cultura circostante, che tocca tutti gli aspetti della fioritura umana. Lo fa producendo studenti che apportano alla loro vita professionale e alle responsabilità civili una visione dell’intera vita umana e dell’ordine creato plasmato dalla fede cristiana. Inoltre, continua Giovanni Paolo II, la ricerca scientifica e umanistica svolta all’interno di un’università veramente cattolica accresce l’impegno della Chiesa con la società nel suo complesso, consentendo ai leader laici ed ecclesiastici di guidare e influenzare le politiche governative, gli accordi economici e le nuove tecnologie in modo che si accordino con ciò che è veramente un bene per gli esseri umani.

Ex Corde è un documento potente promulgato da un papa santo. Avrebbe dovuto stimolare e fortificare ogni ordine religioso, ogni vescovo, ogni laico cattolico incaricato della guida di un college o università cattolica. Ma non è stato così. Rileggerlo tre decenni dopo la sua promulgazione è un'esperienza più amara che dolce. Le parole di Giovanni Paolo II caddero su un terreno accidentato in America. Al momento della pubblicazione del documento, l'istruzione superiore cattolica era sorvegliata da uccelli che spiumavano, riempita di rocce pietrose e soffocata da erbacce soffocanti. C'erano poche possibilità che Ex Corde portasse buoni frutti.

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